Dal finanziamento dell’Associazione Italiana Celiachia al gruppo di ricercatori del Bambin Gesù di Roma sono giunti importanti risultati pubblicati in questi giorni dalla prestigiosa rivista scientifica internazionale eBioMedicine – The Lancet. Nel prossimo futuro potrebbe essere più semplice la diagnosi dei pazienti celiaci, ma anche il controllo dell’andamento della malattia, patologia cronica che accompagna i pazienti per tutta la vita.
Nuovi biomarcatori per la diagnosi di celiachia e per il monitoraggio dell’aderenza alla dieta senza glutine è il titolo del lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista eBioMedicine – The Lancet frutto del finanziamento dell’Associazione Italiana Celiachia, che attraverso la sua Fondazione Celiachia, ha coinvolto i Laboratori di Ricerca dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Il Dottor Andrea Masotti, ricercatore e coordinatore dello studio con il supporto dei clinici dell’Ospedale e altri gruppi di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità, di Sapienza Università di Roma e dell’Università Politecnica delle Marche hanno lavorato con l’obiettivo di sviluppare una metodologia che potesse consentire l’identificazione di nuovi biomarcatori circolanti per costituire la base di un innovativo approccio alla diagnosi e al monitoraggio dell’aderenza dei pazienti alla dieta senza glutine.
L’identificazione di nuovi marcatori circolanti, impiegati per lo studio dell’evoluzione, della diagnosi e della terapia di una patologia è un tema di grande attualità presso la comunità scientifica internazionale, come conferma il lavoro di numerosi gruppi che da anni sviluppano questo filone di ricerca in ambiti che spaziano dall’oncologia alle neuroscienze, e recentemente applicato anche per la celiachia, come dimostra lo studio finanziato da AIC e dalla sua Fondazione. I microRNA circolanti – le molecole identificate in questa ricerca – sono infatti tra i biomarcatori di nuova generazione tra i più studiati.
“Ad oggi, l’esclusione del glutine dall’alimentazione costituisce l’unica terapia validata per la celiachia. Per monitorare la risposta alla dieta priva di glutine, si è a lungo discusso con i clinici circa la sensibilità e l’accuratezza dei test sierologici che ad oggi vengono utilizzati principalmente per la diagnosi della celiachia” dichiara il titolare del progetto, dottor Andrea Masotti. “Pensiamo che lo studio che abbiamo condotto possa fornire in un futuro non lontano un’alternativa diagnostica che escluda l’utilizzo di analisi strumentali invasive (la gastro-duodenoscopia) nei pazienti, soprattutto nei bambini. Un ulteriore beneficio di questo studio, è aver individuato un possibile metodo per monitorare l’aderenza alla dieta e dare la possibilità al clinico specialista di valutare più correttamente la strategia terapeutica migliore da adottare caso per caso (medicina personalizzata). Auspichiamo di poter applicare questi interessanti risultati su una casistica più ampia di pazienti e di poter individuare i meccanismi biologici alla base dell’insorgenza della malattia. Un ulteriore sviluppo del progetto sarà quello di verificare i microRNA su matrici biologiche più facili da ottenere rispetto al prelievo di sangue, per esempio le urine o le feci, ma contenenti ugualmente efficaci marcatori di patologia.” Conclude Masotti.
L’Associazione Italiana Celiachia, primo ente finanziatore italiano per la celiachia e la dermatite erpetiforme, esprime il suo interesse per i risultati pubblicati. Dal 2013, attraverso i bandi della sua Fondazione di Ricerca, AIC sostiene la migliore ricerca scientifica in Italia su celiachia e dermatite erpetiforme, valutata in modo imparziale da ricercatori internazionali con il sistema Peer Review. “Il nostro impegno è cresciuto negli anni e rispecchia ciò in cui crediamo: fare ricerca ad impatto sociale e mettere gli studi scientifici direttamente al servizio dei pazienti” dichiara Ivana Losa, Presidente della Fondazione Celiachia. “Fornire un contributo costante e di qualità internazionale per migliorare la salute e la qualità di vita dei pazienti, diffondendo il più possibile i risultati degli studi presso la comunità scientifica italiana e internazionale, la classe medica e l’opinione pubblica rientra nelle nostre finalità istituzionali. Ricordiamo che ancora oggi in Italia abbiamo meno della metà dei celiaci diagnosticati, solo 233 mila, a fronte dei 600 mila attesi in base ai dati epidemiologici consolidati: 1 persona su 100 è celiaca, in Italia e nel mondo. Diagnosticare tutti in modo corretto e precoce, protegge i celiaci dalle gravi complicanze e la collettività dai costi sociali elevati della celiachia non diagnosticata” conclude Ivana Losa.